Inversione totale. Se in precedenza, nella vicenda che lo opponeva al suo ex allenatore Luciano De Paola, il Città di Varese era uscito prevalente per effetto della sentenza del Tribunale Federale Nazionale senza l’inibizione dell’attività per l’ex presidente Stefano Amirante, adesso tutto è cambiato.
La Corte d’Appello , infatti, ha disposto l’inibizione per sei mesi per Amirante e un punto di penalizzazione per la società da scontare nell’attuale campionato. Una sentenza che la società ha accolto, come si legge in una nota, con “estremo sbigottimento” e contro la quale intende ricorrere al Collegio di Garanzia del Coni.
La vicenda scaturisce da un presunto mancato pagamento di stipendi da parte del Cdv al suo ex allenatore che lo condusse nella stagione 2022-23 finché non fu esonerato dopo la sconfitta con il Breno. Il Cdv riuscì a dimostrare documentazione alla mano che gli stipendi erano stati erogati tutti sino all’ultimo centesimo e così il Tribunale Federale Nazionale non diede nè la squalifica ad Amirante nè penalizzazioni alla squadra.
Adesso, invece, la Corte d’appello ha condannato Amirante a stare fermo per mezzo anno e il Cdv a retrocedere di un punto in classifica. Una vicenda che arriva come un fulmine a ciel sereno su un Città di Varese impegnato a darsi in campionato un’impronta da protagonista con il suo nono posto con 17 punti.